Uno studio sulla qualità della vita in varie regioni d'Italia nel 2013, condotto dall'Università della Sapienza, ha confermato un fatto ben noto: nei leader del Trentino e della Lombardia, in coda - Calabria
La situazione è tale che in Italia si è formato un particolare "confine del benessere", chiamiamolo così. La divisione, che Umberto Bossi e la sua Lega del Nord non riuscirono a far avanzare in parlamento, avvenne da sola. Allo stesso tempo, anche il Nord era diviso da cent a sud da una linea rossa immaginaria che correva lungo la dorsale appenninica dalla Toscana all'Emilia-Romagna.
Come previsto, uno studio del tenore di vita nel 2013 su 110 province italiane, condotto dall'Università della Sapienza (app. "Conoscenza"), ha dimostrato che il campionato appartiene di nuovo a Milano. È seguito da Monza, Brianza e Varese (Monza, Brianza, Varese). In generale, il podio d'oro fu occupato dalla Lombardia.
Il quadro complessivo mostra che nelle prime trenta posizioni - contro venti nel 2012 e ventitre nel 2011, il che indica un miglioramento della situazione economica - si trovano solo le province del nord Italia. E di questi, quindici sono nel nord-est (quattro in Piemonte, lo stesso in Friuli-Venezia Giulia, oltre a tutte le province dell'Emilia-Romagna, ad eccezione di Bologna e Rimini).
In fondo alla classifica c'era la provincia di Venezia (88 ° posto con uno standard di vita caratterizzato come "insoddisfacente"), province meridionali e insulari. All'ultimo posto di Avellino, è preceduto da Salerno, Reggio Calabria, Messina, Caserta, Cosenza, Trapani, Vibo Valentia, Catania ed Enna.
Salute
La provincia di Pisa ha preso il primo posto nella sezione "Sanità": qui si notano sia una buona scorta di personale medico e sanitario, sia un numero sufficiente di posti in istituti sanitari specializzati.
A capo dell'elenco ci sono venti province (nel 2012 erano sedici), caratterizzate da un'elevata disponibilità di servizi sanitari e ricreativi. Tra loro ci sono sei province del nord-est del paese (Varcelli e Alessandria in Piemonte in ottava e diciottesima posizione, Aosta in diciannovesima posizione, Milano lombarda e Pavia in seconda e quindicesima posizione, Genova e Liguria nella settima tappa), cinque da nord-ovest del paese (Belluno e Rovigo in Veneto in ottava e dodicesima posizione, Pordenone in Friuli-Venezia Giulia in decima posizione, Bologna e Ferrara sono rispettivamente quattordicesima e sedicesima), quattro province dell'Italia centrale (Pisa e Siena in prima e quartaluoghi, Ancona nel sesto e Roma nel quinto) e cinque province del sud e delle parti insulari (Isernia e Campobasso in Molise al terzo e tredicesimo posto, Potenza al ventesimo posto, Messina al diciassettesimo). Chiude la valutazione nel sistema sanitario della provincia di Medio Campidano.
Sicurezza
La provincia di Pordenone apre l'elenco, seguita da Treviso e Matera. Poi in quarta e quinta posizione c'erano Udine e Belluno, e in sesta la provincia di Oristano, che l'anno scorso occupava la seconda linea. Tuttavia, lo studio del 2013 ha confermato le osservazioni degli anni passati, collocando le grandi città negli ultimi posti della classifica. In coda c'erano le province: Latina, Napoli, Foggia, Roma, Firenze, Pescara, Ravenna, Bologna, Impero, Prato, Rimini e Milano.
Qualità della vita
Sul piedistallo, come l'anno scorso, si trovano Trento e Bolzano. Successivamente arrivano province come Aosta, Cuneo, Belluno e Siena, alcune delle quali hanno fatto un significativo balzo in avanti. Tra i leader, a conferma dell'andamento degli anni precedenti, c'erano diverse province venete.
Il tenore di vita è notevolmente aumentato nelle province dell'Italia centrale.
Tuttavia, anche in 51 province del paese, è stato notato uno standard di vita insufficientemente buono o completamente insoddisfacente: quaranta di essi si trovano nelle parti meridionali o insulari d'Italia, sette al centro, tre al nord-ovest e una al nord-est. In Calabria, un calo delle condizioni di vita è stato registrato in tutte le province. L'ultimo posto nella classifica è occupato anche dalla provincia calabrese di Crotone: purtroppo, secondo l'analisi, è in ritardo sia negli indicatori finanziari ed educativi, sia nel sistema sanitario e nell'organizzazione del lavoro dei residenti.